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Igiene personale


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Non mi ricordo chi fu per primo a paventare un pericolo per l’Italia quando nel 1993, un certo imprenditore, proprietario di una delle emittenti televisive più potenti del Bel Paese, decise di prendere il potere. Credo che si trattasse di Indro Montanelli, il quale subì la cacciata dal Giornale che aveva fondato e retto con tanto impegno e con profonda dedizione. Quello che il grande giornalista non aveva previsto e che sarebbe accaduto di lì a poco, era la completa identificazione del popolo italiano con il suo leader, caratteristica che adornò il Ventennio fascista. Quando il popolo si identifica con il suo leader, comincia realmente a credere che se si vuol aspirare a qualcosa di più grande nella propria vita, bisogna necessariamente comportarsi proprio come il suo leader, ci si rende conto allora che nessuna differenza intercorre tra l’Italia berlusconiana e la Libia di Gheddafi. Una dittatura plebiscitaria, con sottofondo di assuefazione agli eventi.

Nessuno degli intellettuali, ch’io sappia, ha intravisto nella discesa in campo di Berlusconi un vero e proprio colpo di Stato. E’ utile riportare come Wikipedia definisca il “colpo di Stato

Tre sono gli elementi essenziali di un colpo di Stato:

  1. L’atto illegale secondo le norme del regime vigente, che lo distingue dai mutamenti di regime ottenuti con mezzi leciti;
  2. A porlo in essere sono forze interne al regime; questo lo distingue dalle rivoluzioni, tentate da forze esterne al regime politico vigente;
  3. Lo scopo, consistente nel cambiare il regime: chi pone in essere un colpo di Stato può non avere come obiettivo l’occupazione del potere; può anche solo prepararlo per altri (vedasi a tale esempio il golpe militare in Portogallo nel 1974, che portò il paese alla sua attuale forma di governo, la repubblica parlamentare). Questo lo distingue dalla congiura di palazzo, dove con l’atto violento si punta a cambiare le persone che governano ma non il regime.

A ben vedere, la presa di potere di Berlusconi rientra in tutte e tre le caratteristiche sopra riportate:

  1. l'”atto illegale” qual’è se non la concentrazione dei mezzi di comunicazione di massa nelle mani di un’unica persona, ottenuto attraverso mezzi illeciti (vd. finanziamento illecito ai partiti) oltre ai cd. mezzi leciti?
  2. il partito del Cavaliere era interno al regime partitocratico italiano, quello mazziato dalle varie inchieste degli anni ’90;
  3. il sostantivo “cambiamento di regime” potrebbe essere utilizzato per descrivere l’instaurazione di una teocrazia della televisione, basata sul superficialismo, sulla denigrazione del fantomatico nemico comunista, sull’appiattimento di qualsiasi valore di tipo morale, messo in atto dall’amplificazione del messaggio universale dell’ottimismo, del “tutto va bene, ghe pensi mi’” e del definitivo “tanto così fan tutti“.

Alla luce di queste considerazioni credo che sia opportuno includere nelle dottrine politiche moderne il caso italiano ascrivendolo, a pieno diritto, fra le varie tipologie di Colpo di Stato. Colpo di Stato “morbido”, ma pur sempre colpo di Stato.

Categorie:Politica
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